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Global Fixed Income Bulletin
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aprile 10, 2024

Vi crediamo sulla parola

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aprile 10, 2024

 
 

Nel corso del mese, i rendimenti dei mercati sviluppati si sono mossi leggermente al ribasso, in quanto i mercati sembrano credere alle dichiarazioni della Federal Reserve (Fed) di procedere con tre tagli dei tassi d’interesse quest’anno e di mantenere il tasso terminale intorno al livello del 3,25%. La Banca del Giappone ha abbandonato la politica di controllo della curva dei rendimenti e portato il tasso di riferimento in territorio positivo per la prima volta dopo quasi 17 anni. Le banche centrali dei mercati emergenti (ME) hanno continuato a tagliare i tassi, ma il ritmo dell’allentamento è stato messo in discussione e questo ha suscitato reazioni contrastanti nei rendimenti a lungo termine. Nel corso del mese, il dollaro statunitense si è rafforzato, apprezzandosi dello 0,4% rispetto a un paniere delle principali valute. Anche gli attivi rischiosi hanno segnato un rialzo, portando a un restringimento degli spread del credito investment grade sia negli Stati Uniti che nell’Area Euro. Gli spread dell’high yield statunitense si sono ristretti mentre quelli dell’Eurozona si sono allargati a seguito della materializzazione di alcuni rischi idiosincratici. Gli spread dei titoli garantiti da ipoteche di agenzie statunitensi e gli spread dei titoli cartolarizzati hanno continuato a restringersi.

 
 
FIGURA 1
 
Performance degli attivi da inizio anno
 

Nota: performance in USD Fonte: Bloomberg. Dati al 28 marzo 2024. Gli indici riportati hanno scopo puramente illustrativo e non intendono rappresentare la performance di un investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Per le definizioni degli indici si rimanda alla sezione successiva

 
 
FIGURA 2
 
Variazioni valutarie mensili rispetto al dollaro USA
 

Nota: per variazione positiva si intende l’apprezzamento della valuta nei confronti del dollaro USA. Fonte: Bloomberg. Dati al 28 marzo 2024. 

 
FIGURA 3
 
Principali variazioni mensili dei rendimenti e degli spread dei titoli decennali
 

Fonte: Bloomberg, JPMorgan. Dati al 28 marzo 2024.

 
 

Prospettive per il mercato obbligazionario
I rendimenti obbligazionari sembrano essersi assestati attorno a un livello di consolidamento. Dopo l’impennata di gennaio/febbraio, in marzo c’è stata una tregua, quantomeno nei paesi sviluppati. I rendimenti sono significativamente più alti rispetto alla fine del 2023, a sequito di un notevole ridimensionamento delle aspettative relative al taglio dei tassi. Sicuramente l’obbligazionario risultano molto più interessanti adesso rispetto a inizio gennaio, anche se a Marzo, per molti versi, non ci sono state novità di rilevo. La crescita economica sembra leggermente migliorata in Europa e in Cina, anche se è prematuro parlare di forte ripresa. In Europa, il calo dell’inflazione sembra proseguire, mentre l’economia statunitense continua a smentire coloro che sostenevano che i tassi di interesse elevati avrebbero rallentato l’economia. Infatti, la maggior parte dei dati macroeconomici suggerisce che l’economia stia attraversando una sorta di ripartenza, evidenziata dalla leggera espansione sia del settore manifatturiero che di quello dei servizi. È inoltre probabile che, dopo l’impennata del 4% del secondo semestre 2023, nel primo trimestre la crescita del PIL abbia ancora superato il 2%, con il secondo trimestre che sembra essere iniziato sulla stessa falsariga.

Ciò che preoccupa è che alcuni indicatori di inflazione non indicano più una netta tendenza disinflazionistica. In particolare, l’indice ISM Prices Paid nel mese di marzo ha sorpreso le aspettative al rialzo, sulla scia dell’aumento dei prezzi del greggio. Pur non essendo eccessivamente preoccupante, la concomitanza di una crescita sempre più sostenuta e di uno stallo o significativo rallentamento del processo di disinflazione lascia presupporre che la Fed potrebbe avere difficoltà a tagliare i tassi tre volte quest’anno. A questo riguardo, i comunicati della Fed hanno ribadito la necessità di mostrarsi prudenti prima di dichiarare sconfitta l’inflazione.

Più precisamente, pare sempre più ragionevole mettere in dubbio la necessità di un taglio dei tassi da parte della Fed. Certo, l’inflazione sta calando, ma quanto e a che velocità? Certo, il mercato del lavoro si sta gradualmente normalizzando, ma il processo non si è ancora concluso. Certo, la crescita dei salari sembra rallentare, ma è difficile dire se si tratti di uno sviluppo definitivo. L’economia reale sembra andare a gonfie vele: utili societari robusti, forte crescita del PIL nominale, indice manifatturiero elaborato dall’ISM oltre quota 50, in aumento significativo rispetto agli ultimi dodici mesi, e un settore dei servizi che si conferma particolarmente resiliente. Ci si potrebbe effettivamente chiedere perché mai la Fed stia contemplando un taglio dei tassi…

Fuori degli Stati Uniti la situazione sembra migliore, ma qualsiasi direzione prenda la Fed, le altre banche centrali la seguiranno inevitabilmente. Pertanto, i mercati dovranno rimanere all’erta nei prossimi mesi per capire quanta libertà di manovra avranno le banche centrali del resto mondo in relazione al ciclo di riduzione dei tassi. Nonostante questi nuovi timori sulla direzione che prenderà l’economia statunitense, è probabile che, nel corso dell’anno, la Fed tagli i tassi, probabilmente almeno due volte, e che la BCE faccia altrettanto. Le obbligazioni a più breve scadenza sembrano interessanti anche nell’eventualità che la forza dell’economia statunitense e/o globale sia superiore alle aspettative. Tuttavia, le obbligazioni a più lunga scadenza non sembrano così interessanti, in quanto, venendo scontati dal mercato un numero dignificativo di tagli dei tassi di qui al 2026, le curve dei rendimenti rimangono generalmente invertite. Inoltre, anche se i tassi venissero effettivamente tagliati, difficilmente l’entità della riduzione sarà tale da far calare significativamente i rendimenti delle obbligazioni a più lunga scadenza. Detto questo, i tassi di riferimento sono elevati e in territorio restrittivo e sono destinati a calare con il passare del tempo. Similmente, i rendimenti reali delle scadenze più lunghe sono elevati rispetto alle medie storiche, rendendo così difficile assumere un giudizio eccessivamente ribassista. Sull’obbligazionario con scadenze più brevi dei paesi sviluppati, un andamento laterale del mercato sembra essere l’esito più probabile per il momento.

I mercati del credito continuano la loro corsa. In generale, gli spread continuano a restringersi, ad eccezione di quelli dell’high yield europeo, dove eventi idiosincratici hanno fatto sì che questi si allargassero, mentre i fondamentali rimangono solidi. La crescita più sostenuta e il persistente potere di determinazione dei prezzi hanno sostenuto solidi risultati societari, mentre il cambio di atteggiamento da parte delle banche centrali verso politiche monetarie via via più accomodanti rappresenta un’importante fattore di contrasto a un potenziale rallentamento dell’economia. Detto questo, gli spread dei titoli investment grade statunitensi si attestano su valutazioni storicamente elevate. Sebbene ciò non rappresenti un indicatore di imminente sottoperformance, il potenziale di rialzo (in termini di spread) è limitato, soprattutto per quanto riguarda i titoli di qualità superiore. I titoli finanziari subordinati continuano a offrire un valore più elevato, anche se la recente sovraperformance ci ha indotto a operare alcune prese di profitto su alcuni titoli selezionati. Dopo la ripresa dei rendimenti dei titoli di Stato, però, il rendimento complessivo del segmento investment grade preserva la sua attrattività in un ottica di investimento a medio termine e probabilmente sovraperformerà la liquidità. Gli spread dei titoli investment grade denominati in euro hanno sottoperformato le obbligazioni denominate in USD e presentano margini di recupero, in particolare per quanto riguarda i titoli finanziari, che noi preferiamo. La domanda rimane sostenuta anche per le obbligazioni high yield e, sebbene gli spread siano storicamente ristretti, i rendimenti sono complessivamente elevati.  È proprio questo rendimento complessivo “elevato”, molto superiore a quello offerto dalla liquidità, ad attirare acquirenti. Sebbene gli spread siano ristretti, il segmento high yield dovrebbe comunque registrare una performance positiva grazie a un contesto macroeconomico solido. Come di consueto, il rischio di recessione rimane la principale minaccia, ma è improbabile che si concretizzi nei prossimi dodici mesi, considerando la fase positiva in atto, evidenziata dai dati, e il probabile allentamento delle politiche monetarie. Anche per quanto riguarda i tassi di insolvenza, i dati preliminari suggeriscono che potrebbero mantenersi bassi. In definitiva, il credito si presenta interessante, ma principalmente in termini di carry anziché di plusvalenze.

I mercati emergenti locali hanno attraversato un mese di marzo difficile, ma sembrano comunque destinati a sovraperformare i mercati obbligazionari sviluppati per il resto dell’anno. Le banche centrali dei mercati emergenti stanno attraversando la fase di taglio dei tassi, che dovrebbe proseguire, sebbene a una velocità più contenuta. È da notare che la Banca Centrale del Messico ha tagliato i tassi per la prima volta a marzo, per via del calo dell’inflazione e dei tassi reali molto elevati e altre riduzioni dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. Sebbene l’inflazione stia continuando a calare, il timore di un rallentamento della tendenza disinflazionistica e un ciclo di riduzione dei tassi meno incisivo del previsto nei mercati sviluppati indurrà alla prudenza le banche centrali dei paesi emergenti, riluttanti a muoversi troppo rapidamente rispetto alla Fed. Il timore di un ritardo negli interventi della Fed ha causato una correzione al rialzo dei rendimenti in valuta locale dei mercati emergenti, il cui debito, in valuta locale, continuiamo a considerare interessante. Preferiamo i mercati obbligazionari dell’America Latina in quanto le banche centrali di quest’area hanno iniziato a tagliare i tassi e dovrebbero continuare a farlo.

Data l’incertezza che aleggia sull’effettiva solidità dell’economia globale e sulle probabili reazioni delle banche centrali ai dati macroeconomici, continuiamo a trovare le migliori opportunità obbligazionarie nel credito cartolarizzato a più breve scadenza, come i titoli garantiti da ipoteche residenziali (RMBS), i titoli garantiti da collaterale (ABS) e specifici titoli garantiti da ipoteche commerciali (CMBS), centri direzionali esclusi, in virtù dei maggiori rendimenti offerti e della solidità delle garanzie. Grazie alla forza del mercato del lavoro statunitense e alla crescita dei redditi reali, le disponibilità economiche dei nuclei familiari dovrebbero mantenersi su un buon livello, anche se non più elevate come 18 mesi fa. Nell’ambito del credito cartolarizzato privilegiamo i mutui residenziali non di agenzia, malgrado il peggioramento dell’accessibilità economica degli immobili. Sorprendentemente, è possibile che il settore dell’edilizia residenziale negli Stati Uniti abbia raggiunto il punto di svolta e che i prezzi stiano ricominciando a salire. I CMBS dei centri direzionali commerciali, al contrario, rimangono problematici. Nonostante le buone performance realizzate di recente, i titoli garantiti da ipoteche di agenzie statunitensi continuano a offrire valore rispetto al credito investment grade, almeno per quanto riguarda le cedole più alte, e dovrebbero sovraperformare i Treasury statunitensi.

Nei mercati valutari, le prospettive del dollaro USA rimangono incerte. Anche se a una valutazione elevata, la performance economica degli Stati Uniti è stata degna di nota. Finché le altre economie mondiali non recupereranno il ritardo accumulato, difficilmente il dollaro calerà, se non in circostanze isolate dovute a motivi idiosincratici. Per questo motivo, non siamo convinti dall’idea di sottopesare significativamente il dollaro, ma non siamo neppure convinti che lo si debba sovrappesare. Restiamo dell’idea che specifiche valute dei mercati emergenti offrano migliori opportunità rispetto a un paniere composto dal dollaro, dalle valute europee e da quelle asiatiche.

Tassi d’interesse/Tassi di cambio dei mercati sviluppati

Rassegna mensile:
A marzo, i tassi di interesse dei mercati sviluppati sono calati e le curve dei rendimenti si sono appiattite. Le obbligazioni a più lunga scadenza hanno registrato un rialzo, favorito da una compressione dei premi a termine e dal tono più accomodante delle banche centrali. I rendimenti delle scadenze più brevi sono stati sostenuti dalla crescente fiducia che le banche centrali taglieranno i tassi quest’anno. Nell’Eurozona, un numero crescente di membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea sta iniziando a prospettare un probabile taglio dei tassi a giugno, sebbene l’attività economica continui a mostrarsi vigorosa – in particolare nei paesi periferici – e i dati sull’inflazione da inizio anno siano leggermente più elvati di quanto previsto dal mercato. Negli Stati Uniti, il Summary of Economic Projections della Fed, diffusa in occasione della riunione del FOMC di marzo, ha rivelato che la maggior parte dei membri continua ad aspettarsi tre tagli di 25 punti base (pb) nel 2024, nonostante i dati relativi all’inflazione dei prezzi al consumo e alla produzione sembrino non voler calare. Inoltre, è stato eliminato un solo taglio dal 2025, mentre le proiezioni inerenti al tasso di riferimento a lungo termine sono rimaste pressoché invariate. Sul fronte dei tassi di cambio, l’indice del dollaro statunitense ha chiuso in rialzo a fine marzo, nonostante la flessione verificatasi nella prima settimana del mese. Il franco svizzero ha subito un forte deprezzamento, in quanto la BNS ha sorpreso il mercato con un taglio dei tassi, mentre la corona svedese si è indebolita dopo le dichiarazioni accomodanti della Riksbank in merito a un taglio per la metà dell’anno. Nonostante la Banca del Giappone abbia alzato i tassi per la prima volta da 17 anni e abbia posto fine alla politica di controllo della curva dei rendimenti, lo yen giapponese si è ulteriormente indebolito poiché i funzionari dell’istituto centrale hanno dichiarato che le politiche monetarie rimarranno accomodanti ancora per qualche tempo.1

Prospettive:
Sebbene le banche centrali abbiano indicato che i tagli inizieranno quest’anno, il momento esatto del primo taglio assume meno importanza rispetto al ritmo e all’entità dell’intero ciclo. Segnali di vischiosità dei prezzi e di un’economia resiliente lasciano presagire che il ciclo di tagli possa essere di modesta entità. Tuttavia, le banche centrali hanno recentemente mostrato una certa inclinazione verso una politica monetaria più accomodante, in particolare la Fed, la cui attenzione è stata rivolta al duplice mandato e alla bilateralità dei rischi. Manteniamo una bassa duration nell’euro, in termini relativi, in quanto le valutazioni sono elevate, la dinamica è ribassista e il carry modesto. Negli Stati Uniti, anche i breakeven sull’inflazione risultano interessanti, poiché scontano un rischio ridotto che l’inflazione avanzi verso l’obiettivo fissato dalla Fed lentamente o che rimanga strutturalmente più alta a seguito del più grave shock inflazionistico degli ultimi 30 anni.  

Tassi d’Interesse/Tassi di Cambio dei mercati emergenti

Rassegna mensile:
A marzo, la performance del debito dei mercati emergenti è stata altalenante. Il segmento del mercato in valuta forte ha continuato a registrare un rialzo in quanto gli spread si sono ridotti sia per il credito sovrano che per quello societario. In occasione della riunione di marzo, la Fed ha mantenuto i tassi invariati, ma il mercato sconta l’inizio del ciclo di riduzione a partire dalla riunione della Fed di giugno. Il dollaro statunitense si è rafforzato per gran parte del mese, esercitando pressioni su molte valute dei mercati emergenti. Le banche centrali dei mercati emergenti hanno continuato a tagliare i tassi, in particolare in Colombia e Messico nel mese di marzo. Tuttavia, alcune di queste banche centrali rimangono caute e intendono posticipare tagli fino a quando i mercati sviluppati non inizieranno i propri cicli espansivi. L’Egitto ha ottenuto ulteriori finanziamenti dal FMI dopo che la banca centrale del paese ha annunciato l’aumento dei tassi di 600 punti base e una svalutazione della moneta. L’Egitto ha inoltre concluso con gli Emirati Arabi Uniti un accordo in materia di investimenti. Tutti questi sviluppi hanno favorito gli attivi egiziani. Questa classe di attivo continua ad accusare deflussi. I fondi in valuta locale stanno risentendo maggiormente di questa dinamica rispetto ai fondi in valuta forte, in quanto le valute dei paesi emergenti si sono prevalentemente indebolite nel primo trimestre del 2024.2

Prospettive:
Riteniamo che le valutazioni del debito dei mercati emergenti rimangano interessanti, che gli asset siano scambiate a valutazioni relativamente interessanti e che si profili all’orizzonte l’inizio del ciclo di taglio dei tassi da parte della Fed statunitense. Quando i mercati sviluppati inizieranno a ridurre i tassi, il contesto macro sosterrà ulteriormente le banche centrali dei paesi emergenti nel loro percorso di riduzione dei tassi. Per questa ragione, i tassi locali rimangono interessanti. Il credito dei paesi emergenti è largamente sopravvalutato e gli spread creditizi sono ristretti. Tuttavia, fuori del benchmark si presentano opportunità interessanti. Nei primi due mesi del 2024 abbiamo assistito a numerose riforme e inversioni di tendenza sul fronte delle politiche monetarie, che hanno aperto nuove interessanti opportunità di investimento. Le aspettative su crescita, inflazione e politiche monetarie differiscono notevolmente tra le diverse regioni e i diversi paesi dei mercati emergenti e la selezione geografica rimane fondamentale per trovare valore, specialmente perché i mercati globali tengono gli occhi puntati sulla prossima mossa della Fed.

Credito societario

Rassegna mensile:
A marzo, gli spread dei titoli investment grade europei hanno sovraperformato quelli degli omologhi statunitensi, a fronte della diffusa compressione degli spread del mercato creditizio, sostenuti dalla continuazione delle tendenze che hanno caratterizzato il mese di febbraio, ovvero la forte domanda di obbligazioni e la persistente convinzione che un “atterraggio morbido alla Riccioli d’Oro” sia il contesto economico in cui le aziende si troveranno più probabilmente a operare.  Nel mese, il clima di fiducia del mercato è stato determinato da diversi fattori: In primo luogo, i mercati azionari hanno registrato un rialzo sostenuto da dati economici che hanno superato le aspettative e dalle prospettive positive sul potenziale impatto dell’IA sia sulla crescita che sulla produttività. In secondo luogo, non si è verificata alcuna escalation geopolitica, essendo gli eventi in Medio Oriente e nella regione del Mar Rosso considerati di natura regionale e non sistemica. In terzo luogo, le relazioni societarie per il quarto trimestre hanno avuto un effetto positivo sul credito, confermando che le società hanno sofferto in misura limitata nei rispettivi ambiti di attività. Le attività di fusione e acquisizione si sono concentrate nei settori come energia, prodotti farmaceutici, sanità e tecnologia, che avevano beneficiato delle difficoltà causate dal Covid e dei problemi delle filiere produttive. Nella maggior parte dei casi queste operazioni non sono strutturate in modo da aumentare significativamente il ricorso alla leva finanziaria e questo è un segnale positivo per gli obbligazionisti. Per finire, in Europa è aumentato il rischio idiosincratico societario, causando volatilità per alcuni titoli specifici, senza tuttavia avere un impatto significativo sul clima di fiducia generale del mercato.3

A marzo, i mercati high yield statunitensi e globali hanno performato bene, favoriti da utili societari relativamente positivi e dalla conferma delle previsioni di tre tagli dei tassi da parte della Fed nel 2024. Il quadro tecnico del segmento high yield si è leggermente indebolito nel mese in esame. I flussi retail sono risultati praticamente neutrali, mentre le emissioni nette sono state molto modeste, poiché i mercati dei capitali si sono concentrati sul rifinanziamento. Infine, dopo un mese di febbraio particolarmente tormentato, a marzo le insolvenze degli emittenti di obbligazioni e prestiti high yield sono calate.4

Nel mese, le obbligazioni convertibili globali hanno registrato una performance molto positiva, poiché la Fed ha confermato le proiezioni riguardanti tre tagli dei tassi nel 2024, nonostante la revisione al rialzo delle previsioni sull’inflazione core e sulla crescita reale per il 2024. Nel periodo in esame, questa classe di attivo non ha tenuto il passo con la forte performance dell’azionario globale, ma ha superato quella dell’obbligazionario globale. La fase fortemente positiva del mercato primario osservata nella seconda metà di febbraio è proseguita nelle prime due settimane di marzo. In totale, nel corso del mese sono stati emessi 10,8 miliardi di dollari in nuove emissioni di obbligazioni convertibili, la stragrande maggioranza delle quali concentrata negli Stati Uniti.5

Prospettive:
Guardando al futuro, il nostro scenario di base resta ottimista sul credito, sostenuto dalle aspettative di un “atterraggio morbido” dell’economia, da strategie aziendali a basso rischio, da una politica fiscale accomodante e dal momentum positivo. Se consideriamo la valutazione degli spread creditizi, i prezzi di mercato sono equi. Di conseguenza, riteniamo che il carry rappresenti un’opportunità di rendimento interessante. L’incertezza del quadro fondamentale nel medio termine, tuttavia, ci rende meno fiduciosi circa un atteso restringimento degli spread.

In queste prime battute del secondo trimestre, le nostre prospettive per il mercato high yield sono piuttosto prudenti. Il mercato delle obbligazioni ad alto rendimento deve fare i conti con diversi fattori di incertezza e potenziali cause di volatilità, tra cui il percorso delle politiche monetarie, le politiche fiscali e normative degli Stati Uniti, il mercato del lavoro e l’andamento dei consumi nonché, in ultima analisi, la crescita economica e lo stato dei fondamentali societari degli emittenti high yield. L’high yield si trova ad affrontare queste incertezze con rendimenti interessanti in termini storici e spread medi vicino ai minimi del ciclo, una combinazione senza precedenti. Un’ulteriore analisi delle valutazioni rivela un mercato caratterizzato da un’ampia dispersione, una significativa biforcazione e numerose opportunità a livello sia settoriale che di singoli titoli.

Rimaniamo ottimisti circa le prospettive del mercato globale delle obbligazioni convertibili in queste prime settimane del secondo trimestre del 2024. Riteniamo che le obbligazioni convertibili globali offrano attualmente il loro tradizionale profilo bilanciato di potenziale capacità di partecipazione ai rialzi azionari e di mitigazione del rischio dei ribassi obbligazionari. Nel primo trimestre le nuove emissioni sono state sostenute e ci attendiamo un graduale aumento delle emissioni durante l’anno, dato che le aziende cercheranno di rifinanziare le obbligazioni convertibili esistenti e il debito tradizionale nel mercato dei titoli convertibili alla luce del contesto di tassi d’interesse relativamente elevati. Il tradizionale profilo di rendimento asimmetrico, unito al previsto aumento dei volumi di nuove emissioni, continua a farci guardare con ottimismo alle prospettive del mercato globale delle obbligazioni convertibili nel corso del 2024.

Prodotti cartolarizzati

Rassegna mensile:
Nel mese di marzo, gli spread degli MBS di agenzia statunitensi a cedola corrente si sono ristretti di 17 pb attestandosi a quota +139 pb rispetto ai Treasury USA con duration analoga. Gli spread degli MBS di agenzia si presentano ora invariati per il 2024. A marzo, dopo essersi ristretti per diversi mesi, gli spread dei titoli cartolarizzati hanno continuato a restringersi e ci aspettiamo che ad aprile si stabilizzino ai livelli attuali, dato che si stanno avvicinando al livello degli spread degli MBS di agenzia. La domanda rimane generalmente elevata, ma riteniamo che sarà difficile vedere un restringimento sostanziale degli spread rispetto ai valori attuali.6

Prospettive:
Nel 2024 i settori delle obbligazioni cartolarizzate hanno generato alcune delle performance migliori, ma nei prossimi mesi il loro andamento dovrebbe normalizzarsi. Riteniamo inoltre che per la maggior parte del 2024 i tassi continueranno a oscillare in un intervallo ristretto e che nei prossimi mesi i rendimenti proverranno essenzialmente dai flussi finanziari legati al carry. Restiamo del parere che gli attuali livelli dei tassi rappresentino ancora un problema per molti debitori e che continueranno a erodere i bilanci delle famiglie, mettendo sotto pressione alcuni ABS sui beni di consumo, in particolare quelli che riguardano debitori con redditi bassi. Anche il settore degli immobili commerciali continua a risentire dei tassi di finanziamento attuali e nel 2024 alcuni settori potrebbero accusare una contrazione dei ricavi operativi. Il settore dei titoli garantiti da ipoteche residenziali è per ora, a nostro avviso, quello che offre le opportunità più interessanti in tutte le fasce di rating, mentre siamo più cauti nei confronti degli ABS e dei CMBS con rating più basso. Confermiamo l’orientamento neutrale sulle valutazioni degli MBS di agenzia che sono più costosi rispetto ai livelli del 2023, ma restano convenienti in un’ottica di più lungo termine. Nonostante il restringimento degli spread degli MBS osservato a marzo, questa classe di attivo continua a essere interessante, sia rispetto alle obbligazioni societarie investment grade e sia in ottica storica. Tuttavia, consideriamo relativamente improbabile un ulteriore restringimento degli spread nel breve termine. 

 
 

1Fonte: Bloomberg. Dati al 28 marzo 2024.
2Fonte: Bloomberg. Dati al 28 marzo 2024. Obbligazioni societarie dei mercati emergenti rappresentate dall’indice JP Morgan CEMBI Broad Diversified.
3Fonte: Indici Bloomberg: U.S. Corporate ed European Aggregate Corporate. Dati al 28 marzo 2024.
4Fonte: Indice J.P. Morgan e Bloomberg US Corporate High Yield. Dati al 28 marzo 2024.
5Fonte: Bloomberg e indice Refinitiv Global Convertibles Focus. Dati al 28 marzo 2024.
6Fonte: Bloomberg. Dati al 28 marzo 2024.

 
 

CONSIDERAZIONI SUI RISCHI

La diversificazione non garantisce che verranno generati utili e non protegge dalle perdite in una fase di rallentamento del mercato.

Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento del portafoglio sarà raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che influenzano i mercati, i Paesi, le aziende o i governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad es. la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in un portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Determinati titoli di Stato americani acquistati dalla strategia, come quelli emessi da Fannie Mae e Freddie Mac, non sono garantiti dal “full faith and credit” (piena fiducia e credito) degli Stati Uniti. È possibile che in futuro questi emittenti non dispongano dei fondi per onorare i propri obblighi di pagamento. I prestiti bancari quotati sono soggetti al rischio di liquidità e ai rischi di credito tipici dei titoli con rating inferiori. Le obbligazioni high yield (dette anche “junk bonds”) sono titoli con rating inferiori che possono comportare livelli più elevati di rischio di credito e di liquidità. I titoli di debito sovrani sono soggetti al rischio di insolvenza. I titoli garantiti da ipoteche e da collaterale sono esposti al rischio di rimborso anticipato e a un più elevato rischio d’insolvenza e possono essere difficili da valutare e vendere (rischio di liquidità). Essi sono altresì soggetti ai rischi di credito, di mercato e di tasso d’interesse. Il mercato valutario è estremamente volatile e i suoi prezzi sono influenzati da diversi fattori, tra cui la dinamica della domanda e dell’offerta di una determinata valuta, il commercio, i programmi e le politiche fiscali, monetarie e di controllo della valuta nazionale o estera e le variazioni dei tassi d’interesse nazionali o esteri. Gli investimenti nei mercati esteri comportano rischi specifici, quali rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Investire nei mercati emergenti comporta rischi maggiori che investire nei mercati esteri in generale. Gli strumenti derivati possono amplificare le perdite in maniera sproporzionata e incidere significativamente sulla performance. Inoltre possono essere soggetti a rischi di controparte, di liquidità, di valutazione, di correlazione e di mercato. I titoli vincolati e illiquidi possono essere più difficili da vendere e valutare rispetto a quelli quotati in borsa (rischio di liquidità). A causa della possibilità che i rimborsi anticipati alterino i flussi di cassa sulle collateralized mortgage obligation (CMO), non è possibile determinare in anticipo la relativa data di scadenza finale o la vita media. Inoltre, il portafoglio potrebbe subire perdite qualora le garanzie collaterali sulle CMO o eventuali garanzie di terzi fossero insufficienti per onorare i pagamenti.

 
 
 
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DEFINIZIONI

Punto base: un punto base = 0,01%.

DEFINIZIONI DEGLI INDICI

Gli indici utilizzati nel presente rapporto non rappresentano la performance di un investimento specifico e non comprendono spese, commissioni od oneri di vendita, che ridurrebbero la performance. Gli indici riportati non sono gestiti e non sono strumenti investibili. Non è possibile investire direttamente in un indice.

Il marchio “Bloomberg®” e l’indice o indici utilizzati sono marchi di servizio di Bloomberg Finance L.P. e relative consociate concessi in licenza a Morgan Stanley Investment Management (MSIM) per determinati scopi. Bloomberg non è una consociata di MSIM, non approva, appoggia, valuta o raccomanda alcun prodotto e non garantisce la tempestività, correttezza o esaustività dei dati e delle informazioni in relazione ad alcun prodotto.

L’indice Bloomberg Euro Aggregate Corporate (Bloomberg Euro IG Corporate) è costruito per replicare l’andamento del mercato delle obbligazioni societarie investment grade denominate in euro.

L’indice Bloomberg Global Aggregate Corporate è la componente societaria dell’indice Bloomberg Global Aggregate, un indice ad ampia base rappresentativo dei mercati obbligazionari investment grade globali.

L’indice Bloomberg U.S. Corporate High Yield misura l’andamento del mercato delle obbligazioni societarie non investment grade a tasso fisso denominate in dollari e fiscalmente imponibili. I titoli sono classificati high yield se il rating medio di Moody’s, Fitch e S&P è pari o inferiore a Ba1/BB+/BB+. L’indice non comprende le obbligazioni dei mercati emergenti.

L’indice Bloomberg U.S. Corporate è un benchmark ad ampia rappresentatività che misura l’andamento delle obbligazioni societarie investment grade a tasso fisso fiscalmente imponibili.

L’indice Bloomberg U.S. Mortgage Backed Securities (MBS) replica l’andamento dei titoli pass-through di agenzia garantiti da ipoteche (sia ARM a tasso fisso che ibridi), garantiti da Ginnie Mae (GNMA), Fannie Mae (FNMA) e Freddie Mac (FHLMC). L’indice è costruito aggregando vari gruppi di titoli MBS con regolamento futuro in data da definirsi all’interno di portafogli generali sulla base delle condizioni di rimborso, cedole e anno di emissione. Introdotti nel 1985, gli indici a tasso fisso GNMA, FHLMC e FNMA per i titoli a 30 e 15 anni sono stati rispettivamente retrodatati a gennaio 1976, maggio 1977 e novembre 1982. Nell’aprile del 2007 sono entrati a far parte dell’indice anche i titoli ipotecari pass-through ibridi di agenzia a tasso variabile (ARM).

L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è una misura che esamina la media ponderata dei prezzi di un paniere di beni e servizi di consumo, come trasporti, alimenti e assistenza medica.

Euro vs. USD – rendimento totale dell’euro rispetto al dollaro USA.

Titoli di Stato tedeschi a 10 anni – Germany Benchmark 10-Year Datastream Government Index, titoli di Stato giapponesi a 10 anni – Japan Benchmark 10-Year Datastream Government Index e titoli di Stato USA a 10 anni – U.S. Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice ICE BofAML European Currency High-Yield Constrained (ICE BofAML Euro HY constrained) è concepito per replicare la performance delle obbligazioni societarie in euro e sterline di qualità inferiore a investment grade emesse da emittenti internazionali nei mercati eurobond o in sterline ed euro locali.

L’indice ICE BofAML U.S. Mortgage-Backed Securities (ICE BofAML U.S. Mortgage Master) replica la performance dei titoli pass-through garantiti da ipoteche residenziali a tasso fisso e ibridi denominati in dollari, emessi da agenzie statunitensi nel mercato interno USA.

L’indice ICE BofAML U.S. High Yield Master II Constrained (ICE BofAML U.S. High Yield) è un indice ponderato per il valore di mercato di tutte le obbligazioni high yield domestiche e “Yankee”, comprese le obbligazioni a interesse posticipato e i titoli con pagamento “in natura”. I titoli che lo compongono hanno scadenze di almeno un anno e un rating di credito inferiore a BBB-/Baa3, ma non sono insolventi.

L’indice ISM del settore manifatturiero è basato su indagini condotte presso oltre 300 aziende manifatturiere dall’Institute of Supply Management. L’indice ISM del settore manifatturiero monitora i livelli di occupazione, le scorte di produzione, i nuovi ordini e le consegne dei fornitori. L’indice di diffusione composito è stato creato al fine di monitorare le condizioni del settore manifatturiero nazionale sulla base dei dati risultanti da tali indagini.

Titoli di Stato italiani a 10 anni – Italy Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice JP Morgan CEMBI Broad Diversified è un benchmark globale del debito societario liquido dei mercati emergenti che replica l’andamento delle obbligazioni societarie denominate in USD emesse da società dei mercati emergenti.

L’indice JPMorgan Government Bond– Emerging Markets (JPM local EM debt) replica l’andamento delle obbligazioni in valuta locale emesse da paesi emergenti. L’indice è posizionato come benchmark investibile che comprende soltanto quei Paesi accessibili da gran parte del parterre di investitori internazionali (escluse Cina e India dal settembre 2013).

L’indice JPMorgan Government Bond Emerging Markets (JPM External EM Debt) replica l’andamento delle obbligazioni in valuta locale emesse dai governi dei paesi emergenti. L’indice è posizionato come benchmark investibile che comprende soltanto quei Paesi accessibili da gran parte del parterre di investitori internazionali (escluse Cina e India dal settembre 2013).

L’indice JP Morgan Emerging Markets Bond Global (EMBI Global) replica i rendimenti totali di strumenti di debito in valuta estera negoziati nei mercati emergenti ed è una versione ampliata del JPMorgan EMBI+. Come l’EMBI+, l’Indice EMBI Global include obbligazioni Brady denominate in dollari USA, prestiti ed eurobond con valore nominale in circolazione pari ad almeno USD 500 milioni.

L’indice JP Morgan GBI-EM Global Diversified è un benchmark globale liquido, ponderato per la capitalizzazione di mercato, delle obbligazioni societarie dei mercati emergenti denominate in dollari USA, rappresentativo delle regioni Asia, America Latina, Europa e Medio Oriente/Africa.

JPY vs. USD – rendimento totale dello yen giapponese rispetto al dollaro USA.

L’indice Markit ITraxx Europe è composto da 125 credit default swap equiponderati su entità societarie europee investment grade, distribuiti su 4 sottoindici: finanza (senior), finanza (subordinati), non finanziari e “HiVol”.

L’indice Nikkei 225 (Japan Nikkei 225) è un indice ponderato per il prezzo che segue l’andamento delle 225 maggiori società nipponiche quotate alla Borsa di Tokyo.

L’indice MSCI AC Asia ex-Japan (MSCI Asia ex-Japan) replica l’andamento delle società large e mid cap di due di tre mercati sviluppati asiatici (Giappone escluso) e di otto mercati emergenti della regione.

L’indice MSCI All Country World (ACWI, MSCI global equities) è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato corretta per il flottante che misura la performance dei listini azionari dei mercati sviluppati ed emergenti. Il termine "flottante" è riferito alla quota di azioni in circolazione considerate disponibili per l’acquisto da parte degli investitori sui mercati azionari pubblici. La performance dell’indice è espressa in dollari USA e prevede il reinvestimento dei dividendi netti.

L’indice MSCI Emerging Markets (MSCI emerging equities) raggruppa titoli rappresentativi di società a media e alta capitalizzazione di 23 mercati emergenti.

L’indice MSCI World (MSCI developed equities) raggruppa titoli rappresentativi di società a media e alta capitalizzazione di 23 mercati sviluppati.

L’indice dei direttori degli acquisti (PMI) è un indicatore dello stato di salute economica del settore manifatturiero.

L’indice Refinitiv Convertible Global Focus USD Hedged è un indice di mercato ponderato con una dimensione minima di inclusione di USD 500 milioni (USA), EUR 200 milioni (Europa), YEN 22 miliardi e USD 275 milioni (altri paesi) di obbligazioni convertibili equity-linked.

L’indice Russell 2000® è un indice che misura la performance delle 2.000 società di più piccole dimensioni dell’indice Russell 3000.

L’indice S&P 500® (U.S. S&P 500) misura la performance del segmento delle large cap nel mercato azionario statunitense e copre all’incirca il 75% di tale mercato. L’indice comprende 500 tra le principali società che operano nei settori di punta dell’economia statunitense.

L’indice S&P CoreLogic Case-Shiller U.S. National Home Price NSA si propone di misurare il valore degli immobili residenziali nelle 20 principali aree metropolitane statunitensi: Atlanta, Boston, Charlotte, Chicago, Cleveland, Dallas, Denver, Detroit, Las Vegas, Los Angeles, Miami, Minneapolis, New York, Phoenix, Portland, San Diego, San Francisco, Seattle, Tampa e Washington, D.C.

L’indice S&P/LSTA U.S. Leveraged Loan 100 (S&P/LSTA Leveraged Loan Index) è costruito per replicare l’andamento dei prestiti di maggiore entità del mercato dei prestiti con leva.

L’indice S&P GSCI Copper (Copper) è un sottoindice dell’S&P GSCI che costituisce un benchmark affidabile e pubblicamente disponibile della performance del mercato del rame.

L’indice S&P GSCI Softs (GSCI soft commodities) è un sottoindice dell’S&P GSCI che misura la performance delle soft commodity ponderata per la produzione mondiale. Nel 2012 l’indice S&P GSCI Softs comprendeva le seguenti materie prime: caffè, zucchero, cacao e cotone.

Titoli di Stato spagnoli a 10 anni – Spain Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice Thomson Reuters Convertible Global Focus USD Hedged è un indice di mercato ponderato con una dimensione minima di inclusione di USD 500 milioni (USA), EUR 200 milioni (Europa), JPY 22 miliardi e USD 275 milioni (altri paesi) di obbligazioni convertibili equity-linked.

Titoli di Stato britannici a 10 anni – U.K. Benchmark 10-Year Datastream Government Index. Gli indici di riferimento Datastream per i seguenti titoli di Stato si basano su singole emissioni. L’emissione scelta per ciascuna serie è la più rappresentativa disponibile per una data scadenza in ciascun momento. I titoli di riferimento sono selezionati sulla base delle convenzioni prevalenti all’interno di ciascun mercato. In generale il titolo di riferimento è sempre l’ultima emissione di una data fascia di scadenze, tuttavia vengono considerati anche i rendimenti, la liquidità, le dimensioni dell’emissione e le cedole.

L’indice U.S. Dollar (DXY) è un indice che misura il valore del dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute estere, generalmente quelle dei maggiori partner commerciali degli Stati Uniti.

L’indice Chicago Board Options Exchange (CBOE) Market Volatility (VIX) mostra le aspettative del mercato per la volatilità a 30 giorni.

Poiché non è possibile garantire che le strategie d’investimento risultino efficaci in tutte le condizioni di mercato, ciascun investitore deve valutare la propria capacità di mantenere l’investimento nel lungo termine e in particolare durante le fasi di ribasso dei mercati.

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