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La tesi a favore dei beni di consumo primari
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Global Equity Observer
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ottobre 31, 2024
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ottobre 31, 2024
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La tesi a favore dei beni di consumo primari |
Al momento della stesura di questo articolo, il settore dei beni di consumo primari non sembra essere molto apprezzato. Dalla fine della pandemia, nel 2022, nonostante gli utili del settore siano cresciuti più o meno del 4-6% l’anno,1 crescita vicina a quella del mercato più in generale, i corsi azionari hanno faticato in termini relativi.
In particolare, guardando l’indice MSCI World, i beni di consumo primari sono ai minimi degli ultimi 25 anni in termini di valutazione relativa e il loro peso all’interno dell’indice è il più basso dall’inizio del secolo.2 Di contro, l’interesse degli investitori si è spostato verso settori e temi più “alla moda” come l’intelligenza artificiale, le mega-tech globali e i nuovi farmaci per contrastare l’obesità. Nonostante questo trend, riteniamo che il settore dei beni di consumo primari includa tuttora alcune delle aziende più solide e affidabili del mondo.
Caratteristiche di elevata qualità
Le aziende produttrici di beni di consumo primari di alta qualità possono svolgere un ruolo determinante all’interno di un portafoglio grazie a una crescita costante e affidabile, sostenuta da ricavi ricorrenti derivanti dalla vendita di prodotti di uso quotidiano. La loro innata resilienza operativa nelle fasi di contrazione economica rappresenta un vantaggio fondamentale, poiché offre una relativa capacità di ripresa nei ribassi e agisce da forza stabilizzante all’interno del portafoglio.
Tempi difficili
Sebbene di recente i rendimenti azionari di alcune società del settore abbiano disatteso le aspettative, negli ultimi quattro anni il settore stesso ha dato prova di una straordinaria resilienza, destreggiandosi tra pandemia, impennata dei costi delle materie prime e frequenti svalutazioni delle monete dei mercati emergenti. Malgrado tutte queste difficoltà, le vendite e gli utili in USD delle nostre società del settore dei beni di consumo primari sono cresciute del 4-6% circa,3 confermando la propria resilienza e il proprio potenziale di compounding.
L’azienda giusta nel segmento giusto
In qualità di investitori, non allochiamo il capitale in base al settore, ma ci concentriamo su singole società con valutazioni ragionevoli, solidi fondamentali e potenziale di crescita a lungo termine. Non tutte le aziende dei beni di consumo primari corrispondono a questo profilo. A nostro avviso, è fondamentale appartenere al segmento giusto, in cui i marchi hanno importanza e i consumatori apprezzano l’innovazione. È importante che le aziende sostengano un elevato livello di investimenti nei loro marchi sotto forma di marketing, attività di ricerca e sviluppo (R&D), capacità delle filiere produttive e talento.
Un buon esempio è rappresentato da un’azienda britannica leader globale nel settore della salute dei consumatori in cui abbiamo recentemente aperto una posizione. L’azienda opera in modo estremamente mirato, attraverso nove marchi di punta in sole cinque categorie, che rispondono tutti a esigenze cruciali dei consumatori, come la sensibilità dentale. La sua posizione dominante nella categoria dell’igiene orale terapeutica è il frutto di relazioni dirette con un terzo dei 10 milioni di professionisti sanitari,4 che fungono da influencer credibili. Queste partnership rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere l’acquisizione e la fidelizzazione dei consumatori, con conseguente rafforzamento della fidelizzazione al marchio, margini di guadagno eccellenti e una crescita indipendente dai cicli economici.
Essere innovativi e continuare a detenere una posizione rilevante è fondamentale
Le società in cui investiamo, operanti nei settori della cosmesi, della cura della casa, della salute dei consumatori e delle bevande sono impegnate in attività di innovazione che puntano a soddisfare le esigenze dei consumatori. Ciò determina non solo un maggior utilizzo dei prodotti da parte dei consumatori, ma anche la crescita della categoria. Le innovazioni vanno dalla produzione di detersivi per il bucato a basso consumo energetico al miglioramento delle soluzioni per i denti sensibili, fino alle bevande “NoLo” (senza o a basso contenuto di alcol) e senza zuccheri, agli antiacidi ad azione più rapida o al miglioramento della tecnologia di filtraggio dei raggi solari per favorire la protezione della pelle. Tali innovazioni sono sostenute da filiere produttive che hanno beneficiato di investimenti consistenti e da un impegno di marketing considerevole, con una “share of voice” (o peso pubblicitario) del marchio superiore alla quota di mercato. Operando in questo modo, queste aziende battono il mercato e aumentano la loro quota. Evitiamo i rivenditori di generi alimentari, che normalmente presentano bassi rendimenti e un’alta intensità di capitale e sono privi del potere di determinazione dei prezzi (un noto operatore del settore ha successo proprio perché gestisce un business con volumi elevati e margini ridotti), nonché i produttori di generi alimentari di massa, il cui fossato competitivo potrebbe essere minacciato da produttori locali o specializzati.
Il marketing conta
Quando osserviamo un periodo di sottoinvestimento, cerchiamo di intervenire. Abbiamo liquidato una delle nostre partecipazioni in un produttore di birra globale, che aveva ridimensionato la spesa per il marketing. Una simile scelta potrebbe migliorare gli utili nel breve termine, ma nel lungo periodo indebolisce il marchio. Riprendersi da tale situazione è spesso molto impegnativo. Al contrario, abbiamo aumentato la nostra esposizione a un’azienda leader mondiale nel settore dei prodotti di bellezza, che destina oltre il 30% dei ricavi al marketing. Questo investimento garantisce all’azienda una “share of voice” 1,5 volte superiore alla sua quota di mercato, consentendole di sovraperformare costantemente il mercato stesso.5
Orientarsi verso la crescita
L’agilità è una caratteristica fondamentale che ricerchiamo quando selezioniamo una società nel settore dei beni di consumo primari. In un mondo segnato dall’incertezza economica e geopolitica, è essenziale la capacità dei team di management che dirigono le operazioni globali di allocare rapidamente le risorse – capitali, talenti e marketing – ai mercati più promettenti.
Le attuali sfide economiche della Cina, tra cui l’aumento del debito delle amministrazioni locali, le difficoltà del mercato immobiliare, la deflazione e la prudenza dei consumatori, hanno causato il netto rallentamento di un mercato un tempo in rapida crescita. Le considerevoli misure di stimolo varate di recente possono essere d’aiuto, ma evidenziano anche il timore delle autorità per le prospettive di crescita. Per fortuna, c’è un altro mercato di circa 1,4 miliardi di consumatori destinato a raccogliere il testimone della crescita. Crediamo che sia arrivato il momento dell’India, dopo anni vissuti come “eterna promessa”: gli investimenti nelle infrastrutture, dalle strade all’elettricità fino alla digitalizzazione, stanno contribuendo a una forte crescita del prodotto interno lordo e dei consumi. Un’azienda produttrice di bevande che abbiamo in portafoglio ha investito in 40 nuove linee di produzione nel 2024 per cogliere questa potenziale opportunità di crescita.6
Di recente il settore degli alcolici ha affrontato delle difficoltà
La normalizzazione del mercato statunitense dopo il boom dei cocktail provocato dal Covid, unitamente a una lenta ripresa dei consumi in Cina, ha condizionato la crescita delle vendite e degli utili del settore degli alcolici nel 2024. Il rallentamento dei consumi è stato ulteriormente aggravato dalla riduzione delle scorte dei distributori.
Riteniamo che tali problemi siano di natura ciclica anziché strutturale. Inoltre, poiché la valutazione del settore si trova a livelli storicamente bassi rispetto all’indice MSCI World, siamo del parere che se le società del settore degli alcolici in cui investiamo vedranno gli utili e i multipli risalire dai livelli minimi raggiunti, la nostra mentalità di lungo termine verrà verosimilmente premiata.
Perché riteniamo che le nostre partecipazioni nel settore dei beni di consumo primari possano continuare a generare compounding
Guardando al futuro, dopo quattro anni eccezionalmente turbolenti durante i quali il settore dei beni di consumo primari ha dovuto affrontare il contesto più difficile da una generazione a questa parte – dimostrando comunque una buona resilienza, con una crescita delle vendite e degli utili per azione (EPS) attorno al 4-6% circa (sebbene inferiore a quella del mercato)7 – continuiamo a credere che questo settore meriti di essere presente in portafoglio per svariati motivi.
In primo luogo perché le società del settore in cui investiamo stanno investendo a livelli record nelle attività di marketing e di R&D,8 il che le mette in condizione di poter crescere più velocemente del loro mercato di riferimento. Inoltre, i guadagni in termini di efficienza derivano da investimenti nell’automazione, nell’aggiornamento dei sistemi di pianificazione delle risorse aziendali, nella digitalizzazione e nell’intelligenza artificiale. Pertanto, ci aspettiamo che la crescita degli utili torni a livelli attorno al 7-9%, grazie a una combinazione più equilibrata di volumi, mix di prezzi, miglioramento dei margini e robusto free cash flow. Inoltre, le valutazioni sono interessanti: le società in cui investiamo vengono scambiate a livelli pari alla media ventennale, rispetto a quello che consideriamo un mercato con valori generalmente eccessivi.
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Managing Director
International Equity Team
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