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La Fed riuscirà a portare a casa una vittoria?
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Global Fixed Income Bulletin
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agosto 12, 2024
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agosto 12, 2024
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La Fed riuscirà a portare a casa una vittoria? |
Luglio è stato un altro mese di rendimenti elevati per gli investitori del mercato obbligazionario. I rendimenti dei titoli di Stato sono diminuiti poiché il quadro inflazionistico è migliorato nella maggior parte del mondo, i dati economici hanno continuato a rispettare o avvicinarsi alle aspettative e si sono intensificate le dichiarazioni sull’inizio dei cicli dei tagli da parte delle banche centrali. Nel mese, il rendimento del Treasury statunitense decennale è sceso di 37 punti base (pb), mentre la curva dei rendimenti tra le scadenze a 2 e 10 anni si è irripidita di 13 pb. Temi simili sono stati osservati in gran parte dei mercati sviluppati ed emergenti. Gli spread del credito investment grade hanno continuato a restringersi, con l’area Euro che ha sovraperformato rispetto agli Stati Uniti, mentre gli spread dei mercati high yield hanno registrato un lieve ampliamento. Anche gli spread in valuta estera e societari dei mercati emergenti si sono ampliati. Nei mercati valutari, il dollaro è calato dell’1,7% rispetto a un paniere di altre valute. In particolare lo yen, nel periodo in esame, si è apprezzato del 7,3% rispetto al dollaro a causa della decisione della Banca centrale giapponese di aumentare dello 0,25% il tasso di riferimento.
Prospettive per il mercato obbligazionario
A luglio è proseguita la recente performance positiva del mercato obbligazionario. Le obbligazioni governative hanno continuato a salire poiché sia i dati sull’inflazione sia quelli sull’attività economica hanno avvalorato la tesi secondo cui le banche centrali procederanno presto a un taglio dei tassi e lo faranno più rapidamente del previsto. L’attività economica ha continuato a rallentare in modo graduale a partire da una base elevata, offrendo così alle banche centrali un margine di manovra sufficiente per allentare le politiche monetarie. Verso la fine del mese anche le curve si sono irripidite: gli investitori non solo si aspettavano tagli più consistenti e più rapidi da parte delle banche centrali, ma hanno anche iniziato a riesaminare le prospettive relative alle politiche fiscali e ai deficit pubblici, in particolare negli Stati Uniti.
Sulla base dei dati recenti, i rendimenti dei Treasury statunitensi hanno continuato a segnare cali significativi. I dati economici di luglio hanno mostrato nuovamente come l’inflazione stia rallentando, dando così alla Fed la possibilità di concentrarsi sul secondo dei suoi due mandati: l’occupazione. A tal fine, i mercati hanno iniziato a prestare attenzione ai segnali di debolezza del mercato del lavoro, scorgendovi un indebolimento che potrebbe fungere da catalizzatore per un allentamento. Tra gli indicatori che registrano variazioni più rapide, come il tasso di disoccupazione, si osserva un leggero aumento, anche se i dati del mercato del lavoro e i sondaggi aziendali continuano a mostrare una crescita tendenziale del 2% circa nel 2024. L’economia continua a creare più di 100.000 posti di lavoro al mese, anche se è importante ricordare che la massiccia immigrazione che ha interessato gli Stati Uniti negli ultimi due anni ha reso più complessa l’interpretazione dei dati.
La Fed, che durante questo ciclo ha seguito i dati, ne sta finalmente osservando alcuni che potrebbero giustificare un cambio di rotta. Al di fuori degli Stati Uniti, tuttavia, molte banche centrali hanno già iniziato ad abbassare i tassi, tra cui la Banca nazionale svizzera, la Riksbank, la Banca del Canada e la Banca centrale europea. Così come per la Fed, l’interrogativo principale riguarda la velocità e la profondità del ciclo dei tagli. Le informazioni in nostro possesso suggeriscono che si procederà con cautela, a fronte di un’inflazione nel settore dei servizi e di una crescita dei salari che rimarranno elevate in aree come il Regno Unito e l’Eurozona. Anche le recenti sorprese al rialzo nell’inflazione realizzata in Canada e nell’Eurozona suggeriscono il permanere di rischi inflazionistici.
Nonostante la riluttanza delle banche centrali a impegnarsi preventivamente sui percorsi di politica monetaria, l’ottimismo degli investitori del mercato obbligazionario nei confronti delle politiche future è aumentato. Al momento il mercato sconta quasi per intero dei tagli in occasione delle riunioni della Federal Open Market Committee (FOMC) di settembre, novembre e dicembre, nonché un taglio a trimestre nel 2025. Per la BCE, invece, vengono scontati più di due nuovi tagli quest’anno e quasi sei tagli entro la fine del 2025. Nonostante simili scenari non siano da escludere, un ciclo di tagli così aggressivo dipenderebbe da un peggioramento dei dati economici e da segnali di una profonda recessione.
Per quanto riguarda il futuro, restano ancora molte incognite circa la profondità e il ritmo del ciclo di allentamento monetario globale. Sebbene le obbligazioni possano continuare a registrare buone performance nel breve periodo, siamo consapevoli che un rally sostenuto richiederebbe sia un rallentamento rilevante dei dati relativi all’economia tale da far pensare a una recessione, sia un allontanamento delle banche centrali a livello globale dall’approccio prudente adottato finora. Nel più lungo periodo, il livello che potranno raggiungere i rendimenti decennali statunitensi e globali dipenderà dalla portata del ciclo di allentamento.
Come a giugno, anche a luglio i mercati sono stati influenzati dagli eventi politici, dapprima con l’attentato al candidato repubblicano Donald Trump e successivamente con il ritiro del Presidente Biden dalla corsa per la Casa Bianca. Il primo di questi due eventi ha spinto i mercati a scontare probabilità molto più elevate di un Congresso dominato dai Repubblicani, ma la candidatura della vicepresidente Harris ha reso il confronto molto più serrato. Rimangono però alcune incertezze sul programma politico che Harris potrebbe adottare. Come in precedenza, riteniamo che la situazione meriti di essere monitorata e restiamo in attesa di nuove informazioni che potrebbero modificare le nostre prospettive.
Per quanto riguarda il credito, continuiamo a ritenere che, sebbene possano apparire elevati in ottica storica, gli spread creditizi siano equi e non eccessivi alla luce dei fondamentali. Non c’è motivo di credere che gli spread si amplieranno in modo significativo quando la crescita economica è discreta (e si avvicina alle aspettative) e le banche centrali cominciano ad avviare un modesto ciclo di tagli dei tassi. Gli acquisti orientati al rendimento dovrebbero contenere l’ampliamento degli spread, ma un fattore a cui prestiamo molta attenzione è il livello dei rendimenti complessivi e il loro impatto sulla domanda di obbligazioni societarie. È possibile che se i rendimenti dovessero scendere ulteriormente, la domanda degli acquirenti potrebbe iniziare a calare e gli spread potrebbero ampliarsi, soprattutto in uno scenario di crescente probabilità di recessione. Questo rischio è tuttavia compensato dalla propensione delle banche centrali a tagliare i tassi, che dovrebbe contribuire a limitare il rischio di ampliamento dello spread. Manteniamo una leggera sovraesposizione al credito nei portafogli.
I rendimenti dei mercati emergenti in valuta locale sono stati disomogenei, con rendimenti positivi dalla duration, ma rendimenti valutari contrastanti. In Asia, le banche centrali sensibili alla Fed sembrano più propense ad allentare presto la politica monetaria, data la crescente certezza di un taglio della Fed, che ha anche alleggerito la pressione sui tassi di cambio locali. Anche in America Latina i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi, ma alcune valute, come il real brasiliano e il peso messicano, sono state pesantemente colpite dalla conclusione di operazioni di carry trade nella seconda metà di luglio. Continuiamo a concentrarci su opportunità idiosincratiche con caratteristiche di rischio/rendimento favorevoli.
In considerazione delle incertezze economiche e politiche globali, continuiamo a individuare le opportunità obbligazionarie migliori nel credito cartolarizzato a breve scadenza (0-5 anni), ad esempio nei titoli garantiti da mutui residenziali (RMBS), nei titoli garantiti da collaterale (ABS) e in specifici titoli garantiti da mutui commerciali (CMBS) al di fuori dei centri direzionali, poiché offrono rendimenti più elevati e solide garanzie collaterali. Le famiglie statunitensi con rating creditizi di prima fascia presentano bilanci solidi e questo dovrebbe continuare a favorire il credito al consumo e gli aspetti a esso legati, in particolare a fronte della stabilità dei prezzi delle abitazioni. I titoli garantiti da ipoteche di agenzie statunitensi continuano a offrire valore rispetto al credito investment grade, almeno per quanto riguarda le cedole più alte, e dovrebbero sovraperformare i Treasury statunitensi.
Nei mercati valutari, le prospettive del dollaro USA rimangono incerte. A luglio il dollaro si è indebolito nei confronti delle altre valute dato che i differenziali di rendimento si sono ristretti. La convergenza dell’economia statunitense verso le medie globali, così come gli imminenti tagli da parte della Fed, dovrebbero esercitare una certa pressione al ribasso sul dollaro, nonostante il riemergere dei timori di recessione possa determinare una fuga verso attività sicure. Al momento, tuttavia, non è ancora chiaro chi erediterà la posizione di leader della crescita globale. L’Europa e la Cina mostrano dati ciclici deludenti, inoltre stanno affrontando problemi strutturali. I mercati emergenti continuano a trovarsi di fronte a sfide idiosincratiche (ma anche a opportunità). Verso la metà del mese, le operazioni di carry trade hanno iniziato a diminuire a causa di una serie di catalizzatori, tra cui la volatilità dei mercati azionari, l’intervento delle autorità giapponesi sullo yen, la svolta restrittiva della BoJ e l’incertezza del quadro politico statunitense. Cerchiamo soprattutto di sfruttare gli errori di valutazione idiosincratici in presenza di chiare differenze sul piano dei fondamentali e del valore.
Tassi d’interesse e tassi di cambio dei mercati sviluppati
Analisi mensile
A luglio, i tassi d’interesse dei mercati sviluppati sono scesi, poiché i dati economici hanno continuato a peggiorare e le banche centrali hanno lasciato intendere che presto riterranno opportuno allentare le politiche monetarie. Negli Stati Uniti, l’inflazione dei prezzi al consumo ha continuato a rallentare, con un’inflazione core su base annua ancora una volta inferiore alle aspettative. Diversi dati, come le indagini dell’Institute for Supply Management (ISM), hanno evidenziato un rallentamento dell’attività economica e, in particolare, del mercato del lavoro. Nell’Eurozona, nonostante i dati sull’inflazione siano risultati più o meno in linea con le aspettative, gli indici PMI hanno evidenziato un continuo aggravarsi delle condizioni economiche. Le aspettative di un allentamento monetario più aggressivo nel breve termine hanno prodotto anche un irripidimento della curva dei rendimenti, una dinamica che è andata accentuandosi quando i mercati hanno valutato le prospettive delle future politiche fiscali, in particolare negli Stati Uniti.
Sul fronte valutario, il dollaro statunitense ha chiuso il mese in ribasso rispetto alle divise del G10 per via della riduzione dei differenziali dei tassi tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Lo yen giapponese ha guadagnato il 7% rispetto al dollaro, in quanto diversi catalizzatori – tra cui la normalizzazione della politica monetaria della banca centrale giapponese, la volatilità dei mercati azionari e le incertezze politiche – hanno determinato un calo delle operazioni di carry trade, fattore di cui ha beneficiato anche il franco svizzero. Le valute australiane, neozelandesi e scandinave hanno sottoperformato.
Prospettive
Il nostro posizionamento di bassa duration nei portafogli è dovuto soprattutto a un sottopeso nel Giappone, dove la svolta restrittiva operata dalla banca centrale nel mese di luglio con un secondo rialzo dei tassi ha colto di sorpresa gli economisti. Inoltre, è probabile che la banca centrale giapponese riduca gli acquisti di obbligazioni nei trimestri a venire. L’istituto centrale ha anche preparato i mercati ad aspettarsi ulteriori rialzi se le proiezioni economiche si realizzeranno, infondendo maggiore fiducia sulla sostenibilità dell’inflazione interna. Fuori dal Giappone, manteniamo un posizionamento di duration lunga in Australia, Nuova Zelanda e Canada rispetto agli Stati Uniti, oltre che in mercati emergenti come la Corea del Sud.
Tassi d’interesse e tassi di cambio dei mercati emergenti
Analisi mensile
La performance è stata positiva per i principali segmenti del debito dei mercati emergenti (EMD). Come previsto, in occasione della riunione di luglio, la Fed ha mantenuto i tassi invariati. Le aspettative su un taglio in occasione della riunione di settembre sono invece contrastanti. Il dollaro statunitense si è indebolito per effetto dei deludenti dati sull’occupazione e questo ha rappresentato una spinta macro per le valute dei mercati emergenti. Gli spread si sono allargati sia per il credito sovrano che per quello societario, ma la performance è stata sostenuta dal calo dei tassi dei Treasury statunitensi. A livello globale, sono continuate le elezioni, con le presidenziali venezuelane tenutesi alla fine del mese. Il presidente Maduro ha dichiarato di essere uscito vincitore, ma aleggiano dubbi sulla legittimità dei risultati e in tutto il Paese sono scoppiate delle proteste. Dopo trent’anni di gestione controllata del birr, la Banca centrale etiope ha permesso alla valuta di fluttuare. Il FMI ha sostenuto la svalutazione e, insieme alla Banca mondiale, ha sbloccato alcuni finanziamenti. Nonostante la forte performance mensile, gli afflussi si sono trasformati in deflussi sia per i fondi in valuta forte che per quelli in valuta locale.
Prospettive
Continuiamo a trovare valide opportunità in questa classe di attivo, poiché le valutazioni rimangono interessanti e i prezzi sono relativamente convenienti. Gli spread creditizi sono vicini alle medie di lungo periodo, ma dalla fine del primo trimestre si sono leggermente allargati. Tra le valute forti il valore va ricercato al di fuori del benchmark, in quanto gli spread si sono allargati e diversi Paesi stanno avanzando sul fronte delle riforme e delle ristrutturazioni. Nel periodo in esame, le valute dei mercati emergenti si sono rafforzate e continuiamo a trovare opportunità nel segmento del mercato in valuta locale. Le obbligazioni in valuta locale si confermano interessanti, poiché diverse banche centrali dei Paesi emergenti continuano a ridurre i tassi a fronte di un costante calo dell’inflazione. Quando si tratta di investire nei mercati emergenti, i Paesi contano molto e il nostro team specializzato nella selezione geografica continua a scoprire opportunità in tutto l’universo d’investimento.
Credito societario
Analisi mensile
Dopo un inizio d’estate volatile, a luglio le classi di attivo rischiose si sono stabilizzate quando sono rientrati i rischi di eventi estremi dovuti al quadro politico e i dati economici hanno confermato le prospettive di un atterraggio morbido. Gli spread dei titoli investment grade (IG) europei si sono ristretti, superando quelli dell’IG e degli swap statunitensi, mentre le obbligazioni governative si sono mosse al rialzo. Il clima di fiducia è stato determinato da diversi fattori. In primo luogo, le elezioni francesi hanno portato a un parlamento privo di una maggioranza assoluta. Questo esito è stato accolto positivamente dagli investitori in quanto le probabilità di scenari di rischio estremi, dovuti a programmi fiscali di ampia portata, sono venute meno e i premi per il rischio sono calati. Negli Stati Uniti, poi, Biden ha rinunciato a ricandidarsi e ha appoggiato la candidatura del suo vicepresidente Kamala Harris. In secondo luogo, gli ultimi dati sull’IPC statunitense hanno confermato la tendenza al rallentamento dell’inflazione e quelli di giugno su inflazione e crescita supportano la tesi dell'atterraggio morbido. I dati sono in linea con le azioni intraprese dalle banche centrali: la Banca d’Inghilterra ha seguito la BCE, la BNS e la Riksbank nell’avviare un ciclo di tagli dei tassi di interesse. In terzo luogo, la nuova stagione degli utili si è aperta con una serie di dati finanziari positivi, anche se quelli inerenti agli utili societari sono stati più variegati (calo dei prezzi e volumi invariati). Infine, le emissioni primarie sono state superiori alle attese e, dopo l’uscita di scena dei rischi di eventi estremi dovuti al quadro politico, la domanda degli investitori per gli attivi rischiosi è stata forte, con ampi volumi di ordini di nuove emissioni e premi di nuova emissione limitati.
A luglio la performance del mercato high yield è stata generalmente positiva. A determinare la performance è stato principalmente il forte calo dei rendimenti dei Treasury statunitensi, con il rendimento dei titoli a 5 anni che è sceso di circa 50 pb nel periodo. Un moderato ampliamento degli spread ha compensato in parte questa contrazione. Tuttavia, il rendimento medio del mercato high yield si è ristretto di oltre 30 pb nel mese. Nel mese, il segmento di minor qualità del mercato high yield ha generalmente sovraperformato: grazie a eventi idiosincratici, diverse grandi società distressed hanno attraversato una fase momentaneamente positiva. Tuttavia, i comunicati diffusi dai management, gli indici PMI del settore manifatturiero, l’aumento delle domande di sussidi di disoccupazione e l’andamento dei consumi di fascia bassa hanno prospettato un possibile peggioramento delle condizioni economiche.
A livello globale, a luglio le obbligazioni convertibili hanno attraversato una fase favorevole, pur sottoperformando sia il mercato obbligazionario che quello azionario. Nella prima metà del mese, gli attivi rischiosi si sono mossi al rialzo in seguito al peggioramento dei dati economici e all’andamento positivo dell’inflazione. Questo ha indotto gli investitori a rivedere al rialzo le aspettative di un taglio dei tassi a settembre da parte della Federal Reserve. I titoli azionari delle società small cap hanno generalmente sovraperformato grazie all’aspettativa di un imminente riduzione dei tassi, spingendo i rendimenti delle obbligazioni convertibili. Tuttavia, la fase favorevole delle società large cap ha subito un rallentamento verso la metà del mese, in quanto le relazioni sugli utili di diverse aziende di grandi dimensioni sono state inferiori alle aspettative. Il risultato è stata una biforcazione tra le grandi società tecnologiche, che da inizio anno hanno trainato la performance, e le società small cap. Il mercato primario globale delle obbligazioni convertibili ha continuato la sua impressionante marcia, con 8,6 miliardi di dollari di nuove operazioni nel mese di luglio. Ciò ha portato a 69 miliardi di dollari il totale delle emissioni dell’anno in corso, pari a un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Prospettive
Guardando al futuro, il nostro scenario di base sul credito resta ottimista, supportato dalle aspettative di un “atterraggio morbido”, da una politica fiscale che continua a sostenere crescita, occupazione e consumi e da fondamentali aziendali solidi. Ci si aspetta che nel secondo semestre del 2024 le minori emissioni lorde, unitamente a una forte domanda per il rendimento “all-in” offerto dal credito IG, creeranno una dinamica tecnica favorevole. Osservando gli spread creditizi, riteniamo che le valutazioni di mercato siano piuttosto corrette e consideriamo quindi il carry come il principale determinante dei rendimenti, con la possibilità di un’inversione di tendenza rispetto all’ampliamento di giugno qualora le elezioni in Francia dovessero avere un esito positivo. Data l’incertezza del quadro dei fondamentali a medio termine, nutriamo una minore fiducia in un sostanziale restringimento degli spread.
Nel corso del terzo trimestre, le nostre prospettive per il mercato high yield rimangono piuttosto prudenti. Il mercato high yield deve fare i conti con una crescente incertezza e con diverse fonti di volatilità nel medio termine, con il principale interrogativo che riguarda l’entità della volatilità prevista. Le questioni chiave sono l’evoluzione della politica monetaria delle banche centrali, le condizioni economiche, il mercato del lavoro e l’andamento dei consumi e, in ultima analisi, le condizioni dei fondamentali societari degli emittenti high yield. L’high yield affronta questa incertezza con rendimenti complessivi interessanti in ottica storica e uno spread medio che, se si esclude il segmento distressed del mercato, si avvicina ai minimi storici. Un’ulteriore analisi delle valutazioni rivela un mercato sempre più biforcato sia sul piano settoriale che su quello della qualità del credito.
Rimaniamo ottimisti circa le prospettive del mercato globale delle obbligazioni convertibili nel corso del terzo trimestre del 2024. Riteniamo che le obbligazioni convertibili globali offrano attualmente il loro tradizionale profilo bilanciato di partecipazione ai rialzi azionari e di mitigazione del rischio di ribasso. Nel primo semestre le nuove emissioni sono state numerose e ci attendiamo un loro aumento nella seconda metà dell’anno, dato che le aziende cercheranno ancora di rifinanziare le obbligazioni convertibili esistenti e il debito tradizionale nel mercato dei titoli convertibili alla luce del contesto di tassi d’interesse relativamente elevati. Un profilo di rendimento asimmetrico più tradizionale, unito all’aspettativa di un aumento dell’offerta di nuove emissioni, continua a farci guardare con ottimismo alle prospettive del mercato globale delle obbligazioni convertibili nel corso dei prossimi mesi.
Prodotti cartolarizzati
Analisi mensile
Nel mese di luglio, gli spread degli MBS di agenzia statunitensi si sono ristretti di 7 pb, attestandosi a quota 142 pb in più rispetto ai Treasury USA con duration analoga. Nel 2024, gli spread degli MBS di agenzia si sono allargati di 4 pb. Sempre nel 2024, gli spread degli MBS a cedola corrente si sono leggermente ampliati, mentre quasi tutti gli spread creditizi hanno evidenziato un forte restringimento. A luglio, gli MBS con cedole pass-through più basse hanno sovraperformato gli MBS con cedole più alte a causa del calo dei tassi di interesse e le cedole inferiori hanno duration su tassi e spread più lunghe. A luglio le posizioni in MBS della Fed si sono ridotte di 38 miliardi di dollari, scendendo a 2.324 miliardi, e ora sono inferiori di 405 miliardi di dollari rispetto al picco del 2022. Nello stesso periodo, le posizioni in MBS delle banche statunitensi sono aumentate di 15 miliardi di dollari, arrivando a 2.590 miliardi di dollari, riprendendo il trend degli aumenti delle banche dopo una piccola flessione a marzo. Tuttavia, l’esposizione totale del settore bancario agli MBS è tuttora inferiore di circa 396 miliardi di dollari rispetto all’inizio del 2022. Gli spread del credito cartolarizzato sono risultati da leggermente più ampi a invariati a luglio, poiché la domanda di nuove emissioni è riuscita a tenersi al passo con una solida offerta. Rispetto ad altri settori obbligazionari, i settori del credito cartolarizzato hanno sottoperformato i settori obbligazionari con maggiore duration, a causa del forte calo dei tassi. Tuttavia, il credito cartolarizzato ha registrato una performance in linea con i titoli HY statunitensi ed europei, grazie al forte carry dei cash flow.
Prospettive
Tra i prodotti cartolarizzati gli spread si sono ristretti per diversi mesi, fino a maggio. A luglio si sono poi generalmente stabilizzati e ci aspettiamo che ad agosto si mantengano ai livelli attuali poiché, vista la differenza di performance degli ultimi mesi, si stanno avvicinando al livello degli spread degli MBS di agenzia. La domanda rimane generalmente elevata, ma riteniamo che sarà difficile vedere un restringimento sostanziale degli spread rispetto ai valori attuali. I settori del credito cartolarizzato sono stati tra quelli che nel 2024 hanno realizzato le performance migliori. Abbiamo notato un inizio di normalizzazione delle performance e riteniamo che questa tendenza proseguirà nei prossimi mesi. Riteniamo inoltre che per la maggior parte del 2024 i tassi continueranno a oscillare in un intervallo ristretto e che nei prossimi mesi i rendimenti proverranno essenzialmente dal carry dei flussi di cassa. Restiamo del parere che i livelli dei tassi attuali rappresentino un problema per molti debitori e che continueranno a erodere i bilanci delle famiglie, mettendo sotto pressione alcuni ABS dei beni di consumo, in particolare quelli che riguardano debitori con redditi bassi. Anche il settore degli immobili commerciali continua a risentire dei tassi di finanziamento attuali e nel 2024 alcuni settori potrebbero accusare una contrazione dei ricavi operativi. Il settore dei titoli garantiti da ipoteche residenziali è per ora, a nostro avviso, quello che offre le opportunità più interessanti in tutte le fasce di rating, mentre siamo più cauti nei confronti degli ABS e dei CMBS con rating più basso. Il nostro giudizio sulle valutazioni degli MBS di agenzia è passato da neutrale a positivo. Questo è uno dei pochissimi settori che è diventato più conveniente da inizio anno ad oggi. Continuano a rimanere interessanti rispetto agli spread delle obbligazioni societarie investment grade e rispetto agli spread storici degli MBS di agenzia. Riteniamo tuttavia che gli spread degli MBS di agenzia si siano stabilizzati.