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gennaio 16, 2024

THE BEAT – I nostri sette temi chiave per il 2024

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THE BEAT – I nostri sette temi chiave per il 2024


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THE BEAT – I nostri sette temi chiave per il 2024

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gennaio 16, 2024

 
 

In queste prime battute del 2024, il contesto di investimento è assai diverso da quello che si presentava all’inizio dell’anno scorso. L'inflazione sembra aver raggiunto il picco, i tassi d'interesse sembrano destinati a scendere e i portafogli bilanciati possono tornare a funzionare come previsto. A sostegno del Portfolio Solutions Group, il Capital Markets Group rivela i nostri sette temi chiave per il 2024.

 
 
  1. Aspettative di consenso
    Nel 2024 il consenso riuscirà finalmente a colpire nel segno? Si tratta di un quesito difficile da rispondere, poiché negli ultimi due anni diverse stime di consenso, che correlavano i fondamentali economici alle performance degli attivi, sono risultate estremamente errate. La situazione potrebbe cambiare nel 2024, date le condizioni di partenza molto diverse da quelle del 2023, aumentando quindi le probabilità che le aspettative di consenso siano corrette.  In sintesi, in ambito azionario suggeriamo un posizionamento da neutrale a un moderato sovrappeso, annulliamo il nostro sottopeso di duration e adottiamo un posizionamento generalmente più neutrale. Tali posizioni verranno finanziate mediante la riduzione di titoli a breve termine e della liquidità.
  2. Correlazione azionario-obbligazionario
    In seguito alla crisi finanziaria globale (2008-2009), la forte correlazione negativa tra azionario e obbligazionario è risultata il punto chiave dell’attrattività, in termini di rischio-rendimento, dei portafogli bilanciati (60/40). Tale situazione si è protratta fino al 2020, anno della pandemia, dando luogo a un forte aumento della correlazione che ha limitato i vantaggi di diversificazione offerti dal comparto obbligazionario, in particolare quando nel 2022, sia azionario che obbligazionario hanno accusato una forte flessione. Il 2023 è stato un altro anno difficile per il comparto obbligazionario; tuttavia, se volgiamo lo sguardo al 2024, le valutazioni iniziali dell’obbligazionario globale appaiono interessanti. In particolare, per i portafogli bilanciati ci aspettiamo una minore correlazione tra azionario e obbligazionario nel corso del prossimo anno.
  3. Politica monetaria
    Uno dei principali argomenti di dibattito all’inizio del 2023 riguardava l’inasprimento delle politiche monetarie e, in particolare, se avrebbero causato una recessione. Non è stato così, ma la resilienza della crescita statunitense e le sorprese al rialzo sono risultati i temi dominanti per la maggior parte del 2023. Tuttavia, le conseguenze di politica monetaria continuano a rappresentare il principale rischio anche per il 2024. Riteniamo che persistano rischi di ribasso, ma che gli ostacoli alla crescita si stiano attenuando e che i rischi diminuiranno ulteriormente se il processo di disinflazione continuerà a perseguire la sua traiettoria positiva.
  4. Inflazione
    Riteniamo probabile che nei prossimi 12 mesi l’inflazione statunitense mostri una decisa flessione in seguito all’attenuazione degli effetti prodotti dagli shock transitori della domanda e dell’offerta legati alla pandemia. Di fatto, le componenti principali dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) hanno dovuto affrontare notevoli shock legati alla pandemia. Oggi tali effetti stanno subendo una rapida inversione. Ci aspettiamo che, entro la fine del 2024, negli Stati Uniti la PCE (cioè la spesa per i consumi personali) strutturale registri una flessione, dal 3,5% al di sotto delle stime di consenso del 2,6%.

    Ci aspettiamo una rapida disinflazione anche in Eurozona, ma per motivi differenti. Diversamente dagli Stati Uniti, in Eurozona le pressioni inflazionistiche sono meno riconducibili a un surriscaldamento dell’economia. Al contrario, le pressioni sull’inflazione strutturale in Eurozona sono riconducibili principalmente a fattori esogeni. Si tratta cioè di un’inflazione “importata” aggravata dallo shock energetico del 2022. Con la progressiva attenuazione o inversione di tendenza di queste dinamiche, ci aspettiamo che l’inflazione si riduca al 2,0%.
  5. Azionario giapponese
    Nel 2023 l’azionario giapponese è tornato a suscitare un forte interesse tra gli investitori. Guardando al 2024, il più importante interrogativo che ci si pone riguarda la sostenibilità della recente sovraperformance. Attualmente il mercato è ottimista sul rilancio del Giappone e nel medio termine condividiamo questo punto di vista pur consapevoli che tale prospettiva non possa mantenersi invariata su base prospettica. Con le valutazioni attualmente in linea ai livelli medi di lungo termine, la crescita degli utili diventerà il fattore determinante i rendimenti totali. Pur giudicando con ottimismo l’azionario giapponese nel 2024, occorre tenere d’occhio alcuni rischi.
  6. Cina
    Nelle prime battute del 2024 è possibile che si inneschi un temporaneo rimbalzo del mercato azionario cinese, a fronte del sostegno del governo nel breve termine, delle valutazioni convenienti e del posizionamento alleggerito. È tuttavia probabile che gli investitori non si lascino ingannare da una temporanea parentesi, dal momento che i problemi strutturali rimangono saldamente radicati. Le difficoltà del settore immobiliare cinese potrebbero costituire un freno per l’economia nazionale sia nel 2024 che negli anni successivi, dato che circa il 70% della ricchezza delle famiglie del paese è legata al valore degli immobili. Inoltre, il premio al rischio politico in Cina è probabilmente troppo elevato per molti.
  7. Investimenti alternativi: Mercati privati
    Negli ultimi tre anni i mercati privati hanno registrato una serie di problematiche, culminate con l’inizio di una correzione dei listini che non si vedeva dai tempi della grande crisi finanziaria. Di conseguenza, molti operatori dei mercati privati hanno reagito con una riduzione, o addirittura una totale sospensione, dei propri impegni (cioè le somme che un investitore promette di versare a un fondo privato). Questa serie di eventi sta dando luogo alla prima correzione dei prezzi nel settore dei mercati privati dai tempi della grande crisi finanziaria e gli investitori stanno cercando di mettere a fuoco le opportunità e i rischi associati.

    Valutiamo le opportunità in tre ambiti ben distinti: i mercati che hanno già subito una significativa correzione dei prezzi; i mercati che hanno registrato modeste oscillazioni delle valutazioni, ma che si mantengono su livelli difensivi; e i mercati per i quali ci aspettiamo un’ulteriore contrazione delle valutazioni. Nel 2024, individuiamo opportunità in tutti i mercati.
 
 
 
 

Considerazioni sui rischi

Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento del portafoglio sarà raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che interessano mercati, paesi, aziende o governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. La asset allocation/diversificazione non protegge dalle perdite in un particolare mercato, tuttavia permette di distribuire il rischio tra le varie classi di attivo. Le valutazioni dei titoli azionari tendono in genere a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. Gli investimenti nei mercati esteri comportano rischi specifici, quali rischi di cambio, politici, economici e di mercato. I rischi associati agli investimenti in Paesi Emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei Paesi Sviluppati esteri. Titoli a reddito fisso sono soggette alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli garantiti da ipoteche e da collaterale (MBS e ABS) sono esposti al rischio di rimborso anticipato e a un più elevato rischio d’insolvenza e possono essere difficili da valutare e vendere (rischio di liquidità). Essi sono altresì soggetti ai rischi di credito, di mercato e di tasso d’interesse. Determinati titoli di Stato americani, come quelli emessi da Fannie Mae e Freddie Mac, non sono garantiti dal “full faith and credit” (piena fiducia e credito) degli Stati Uniti. È possibile che in futuro questi emittenti non dispongano dei fondi per onorare i propri obblighi di pagamento. L’emittente o l’autorità governativa che controlla il rimborso del debito sovrano potrebbe non essere disposta o in grado di rimborsare il capitale e/o pagare gli interessi alla data di scadenza, conformemente ai termini e alle condizioni di tali obblighi. Gli investimenti nei mercati esteri comportano rischi specifici, quali rischi di cambio, politici, economici e di mercato. I rischi associati agli investimenti nei mercati dei paesi emergenti sono maggiori di quelli generalmente associati agli investimenti in paesi sviluppati. I trust d’investimento immobiliari sono soggetti a rischi simili a quelli associati alla proprietà diretta del settore immobiliare e sono sensibili a tali fattori quali capacità di gestione e modifiche delle leggi fiscali. Titoli vincolati e illiquidi può essere più difficile da vendere e valutare rispetto ai titoli quotati in borsa (rischio di liquidità). Strumenti derivati possono essere illiquidi, amplificare le perdite in misura più che proporzionale e avere un impatto negativo potenzialmente consistente sulla performance. Negoziazione in e esposizione agli investimenti a mercati delle materie prime comportano rischi notevoli e il Portafoglio a una maggiore volatilità. Portafogli non diversificati spesso investono in un numero più limitato di emittenti, pertanto le variazioni della situazione finanziaria o del valore di mercato di un singolo emittente possono determinare una maggiore volatilità. Investendo in titoli di società di investimento, il portafoglio è soggetto ai rischi sottostanti dei titoli detenuti in portafoglio da quella società di investimento. In aggiunta alle commissioni e alle spese di portafoglio, un portafoglio sostiene in generale le commissioni e le spese della società di investimento. Gli investimenti alternativi, compresi gli hedge fund, offrono una liquidità limitata e comportano inoltre i rischi inerenti agli investimenti in titoli e derivati, al ricorso alla leva finanziaria e alle vendite allo scoperto. L’investimento in un fondo di investimento alternativo può essere speculativo e non deve costituire la totalità di un programma di investimento. Questa sintesi ha finalità puramente informative e non costituisce un’offerta di vendita né la sollecitazione di un’offerta di acquisto di partecipazioni in alcun fondo.

INFORMAZIONI IMPORTANTI

INFORMAZIONI IMPORTANTILa performance passata non è garanzia di risultati futuri. I rendimenti di cui si parla nel commento sono quelli degli indici di riferimento e non intendono rappresentare la performance di alcun investimento specifico.

Poiché non è possibile garantire che le strategie d’investimento risultino efficaci in tutte le condizioni di mercato, ciascun investitore deve valutare la propria capacità di mantenere l’investimento nel lungo termine e in particolare durante le fasi di ribasso dei mercati.

I conti a gestione separata potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Nei conti separati gestiti in base a una determinata strategia possono essere inseriti valori mobiliari che non replicano la performance di un particolare indice. Si raccomanda di valutare attentamente gli obiettivi d’investimento, i rischi e i costi della Strategia prima di effettuare un investimento. È richiesto un livello patrimoniale minimo.

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Le previsioni e/o stime fornite sono soggette a variazioni e potrebbero non realizzarsi. Le informazioni concernenti i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sulla ricerca, sull’analisi e sulle opinioni degli autori o del team di investimento. Tali conclusioni sono di natura speculativa, potrebbero non realizzarsi e non intendono prevedere la performance futura di alcuna strategia o prodotto specifico offerto dalla Società. I risultati futuri possono divergere in misura rilevante sulla scia di sviluppi riguardanti i titoli, i mercati finanziari o le condizioni economiche generali.

Il materiale è stato preparato utilizzando fonti d’informazione pubbliche, dati sviluppati internamente e altre fonti terze ritenute attendibili. Tuttavia, non vengono fornite garanzie circa l’affidabilità di tali informazioni e la Società non ha provveduto a verificare in modo indipendente le informazioni tratte da fonti pubbliche e terze.

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