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La Fed sta perdendo la pazienza?
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novembre 10, 2023
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novembre 10, 2023
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La Fed sta perdendo la pazienza? |
Nel mese di ottobre, i mercati azionari globali sono rimasti sotto pressione per il terzo mese consecutivo come evidenziato dall’indice S&P 500 che ha reso il -2,1%1 (USD), dall’indice MSCI Europe (EUR) in calo del 3,6%1 e dall’indice MSCI Japan (JPY) che ha generato un rendimento del -3,1%1. Anche i mercati emergenti sono rimasti in territorio negativo e l'indice MSCI EM (USD) ha lasciato sul terreno il 3,9%1. La performance settoriale è stata generalmente negativa con il solo indice MSCI ACWI Utilities (USD) in grado di registrare un rendimento lievemente positivo. Nel mese di ottobre, il rendimento del Treasury USA decennale ha toccato il 5% nell’attività di trading infragiornaliera, il livello più alto da luglio 2007. Questo movimento molto probabilmente è stato determinato da una confluenza di posizionamento, fattori tecnici e accettazione da parte degli investitori della narrativa di tassi più alti più a lungo. Il rendimento del Treasury USA decennale ha chiuso il mese al 4,91%2, superiore di oltre 30 pb rispetto alla fine di settembre. La volatilità azionaria, misurata dall'indice VIX, ha registrato un brusco aumento per effetto dell’aumento del rendimento del Treasury USA decennale, per poi successivamente calare verso la fine del mese a quota 18,12.
Com’era prevedibile, alla riunione del 1º novembre, il Federal Open Market Committee (FOMC) ha mantenuto invariati i tassi d’interesse. Ciò detto, riteniamo che il mercato stia ancora sottovalutando il rischio di un altro rialzo dei tassi a dicembre. I prezzi rispecchiano uno scenario in cui la Fed manterrebbe i tassi invariati fino a metà 2024 e successivamente inizierebbe a tagliarli. Tuttavia, i mercati si sono già sbagliati in passato e, se come crediamo, vi sarà un rialzo a dicembre, le valutazioni dovranno essere riadeguate.
Perché riteniamo che la banca centrale abbia in serbo un altro rialzo dei tassi? La questione è legata ai dati superiori alle previsioni delle ultime settimane ed è possibile che la Fed stia perdendo la pazienza. A settembre la Fed aveva indicato che sarebbe stata paziente, dando il tempo ai precedenti rialzi dei tassi di influire progressivamente sull’economia.
Tuttavia, l’economia statunitense è cresciuta più rapidamente del previsto, con il PIL a quota 4,9% nel terzo trimestre (contro le previsioni del 4,5%) grazie alla solidità della spesa al consumo. Tutto ciò malgrado l’aumento dei tassi d’interesse, le persistenti pressioni inflazionistiche, le tensioni geopolitiche e una serie di altri problemi sul fronte interno e internazionale. Il PIL ha messo a segno l’aumento più consistente dal quarto trimestre 2021. Il mercato del lavoro statunitense rimane solido, a settembre i dati sull’occupazione non agricola hanno ampiamente superato le attese e l’indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense è stato anch’esso superiore alle previsioni. Alla luce di tutto questo, riteniamo che le probabilità di un altro rialzo dei tassi a dicembre dovrebbero essere maggiori, forse superiori al 50%, considerata l’attuale situazione, di quanto non si rifletta nelle valutazioni attuali.
Implicazioni per gli investimenti
Abbiamo ridotto il rischio nei vari portafogli, dato l’aumento della volatilità, per assicurare che rimanessero in linea con i rispettivi obiettivi di volatilità. Dal momento che i rendimenti del Treasury USA decennale sono prossimi al 5%, riteniamo che questo rappresenti una buona opportunità per ridurre il sottopeso di duration per la prima volta da inizio anno. L’irripidimento della curva dei rendimenti dovuto a un “bear steepening” (un aumento della pendenza di matrice ribassista) ha esercitato pressioni sulle valutazioni degli attivi rischiosi, determinando una correzione nell’azionario. Le società di qualità superiore hanno conseguito performance relative migliori. Malgrado l’aumento dei rendimenti, il dollaro USA non è stato in grado di beneficiare di questo rialzo nella stessa misura in cui aveva fatto a settembre. I differenziali dei tassi a breve termine tra gli Stati Uniti e gli altri mercati sviluppati si sono mantenuti stabili e la posizione lunga sul biglietto verde era diventata piuttosto eccessiva. Alla luce di questo contesto, in ottobre abbiamo apportato le seguenti modifiche in chiave tattica:
Azionario small cap statunitense
Abbiamo ridotto il sottopeso nelle small cap statunitensi, effettuando una riallocazione verso le azioni statunitensi. L’elevato indebitamento e i bassi livelli di redditività hanno pesato sulla performance delle small cap e la classe di attivi è ora più sensibile ai tassi. Sino a che non sarà fatta chiarezza sul fatto che 1) i tassi abbiano raggiunto il picco e/o 2) esista la certezza che la recessione sia stata evitata e non solo posticipata, a nostro avviso la classe di attivo dovrebbe continuare a sottoperformare.
Azionario energetico europeo
Abbiamo accentuato il sovrapeso nell’azionario energetico europeo considerati i suoi fondamentali interessanti e la possibilità che la classe di attivi funga da copertura per il rischio geopolitico.
Duration
Dal momento che i rendimenti obbligazionari sono prossimi al 5% per il Treasury USA decennale, riteniamo che questo rappresenti una buona opportunità per ridurre il sottopeso di duration. Siamo pertanto passati da un posizionamento neutrale a uno di sovrappeso nei Treasury USA. Abbiamo inoltre eliminato il sottopeso nei Bund tedeschi e negli OAT francesi.
Treasury USA a 10 anni
Nei Treasury USA siamo passati da un posizionamento neutrale a un sovrappeso alla luce del recente aumento dei premi a termine e dopo che gli investitori hanno scontato gran parte dei tagli dei tassi da parte della Fed per il 2024 e il 2025. Le aspettative adesso sono più in linea con la nostra analisi di tassi di interesse della Fed più alti più a lungo. Ciò significa che i Treasury USA dovrebbero fungere da migliore copertura contro gli attivi rischiosi in futuro e ha inoltre contribuito a ridurre il nostro sottopeso di duration.
Titoli di Stato dei paesi core europei
Nei titoli di Stato dei paesi core dell’UE siamo passati da un sottopeso a un posizionamento neutrale alla luce della prevista accelerazione dei trend disinflazionistici nell’UE nei prossimi trimestri che potrebbe riservarci sorprese al ribasso.
Gilt britannici
Nei gilt britannici siamo passati da un sottopeso a un posizionamento neutrale poiché i rischi di crescita e l’inflazione presentano due facce, lasciando un profilo di rischio leggermente asimmetrico per le prospettive dei tassi, il che non costituisce più un’indicazione a favore del sottopeso.
Debito sovrano dei mercati emergenti in valuta locale
Nel debito sovrano dei mercati emergenti in valuta locale siamo passati da un sovrappeso a un posizionamento neutrale dati i differenziali dei mercati sviluppati rispetto ai movimenti delle politiche monetarie dei mercati emergenti. I tassi decennali dei mercati emergenti sono fortemente calati rispetto ai mercati sviluppati e lo “spread” tra i due è molto ristretto in termini storici.
La performance dell’indice è riportata esclusivamente a scopo illustrativo e non intende rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Si rimanda alla sezione Informazioni importanti per le definizioni degli indici.
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Chief Investment Officer
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